Il Biscotto Maraneo di Costabissara

In passato la pasticceria era attività orientata alle tavole nobili, se non altro per necessità di ingredienti, – farina bianca, uova, burro, zucchero, – fuori dalla portata dei meno abbienti. Non mancano, tuttavia, ricette che dimostrano come si poteva far di necessità virtù. Uno degli espedienti in tal senso consisteva nell'usare farine miste, nobilitando la plebea farina gialla da polenta con quel tanto che bastava di farina da pane bianco e da torte.

Nascono così, tra l'altro, certi biscotti casarecci che fin dal nome, 'zaleti', rivelano la prevalente composizione del loro impasto. Quando un'idea è buona, però, fa presto a scalare i gradini della società ed è così che gli 'zalèti' entrano ne repertorio dalla pasticceria veneziana: ne risultano dei frollini, inconfondibili anche per la forma a losanga, che contrappongono la grana rustica della farina gialla alla dolcezza del burro con il tocco in più dell'uvetta sultanina e dello zucchero a velo. Gli 'zaleti' diventano così classici biscotti da credenza da tirar fuori alla prima buona occasione: in inverno, proponendo una cioccolata in tazza; in estate, con un calice di vino passito a temperatura di cantina. La ricetta ha molte varianti, perché questi biscotti sono ritornati in terra ferma di pari passo agli eserciti veneziani, diventando specialità di ogni città veneta.

Uno degli accorgimenti più condivisi è il rinvenimento dell'uvetta sultanina nella grappa; tra le aggiunte aromatiche, scorza di limone ed essenza di vaniglia; in aggiunta o in alternativa all'uvetta, pinoli o giuggiole. Fatta questa debita premessa, si viene al caso di Vicenza, che vanta tra le sue tipicità agroalimentari un mais da polenta senza uguali, il Maranello, cosiddetto perché selezionato nella prima metà del Novecento in quel di Marano Vicentino, non distante da Schio. Ecco dunque che cos'hanno di particolare gli 'zaleti' prodotti a Costabissara, sull'esempio della Loison, azienda dolciaria fondata nel 1938, oggi assurta a fama internazionale, che per prima ha recuperato questo ingrediente a suo modo esclusivo e coniato un nome ad hoc, 'maranei', che ne segnali esplicitamente l'eccezionalità.