Liquore Gerolimino di Santorso

IL CENOBIO GIROLIMINO DI SANTA MARIA DI MONTE SUMMANO

Già in epoca romana, le popolazioni salivano in pellegrinaggio sulla cima del monte Summano per venerare il dio Plutone al quale era stato eretto un tempio. Ne è testimonianza una lapide marmorea tuttora visibile in Piazza Papiria a Piovene Rocchette. La leggenda narra come S. Prosdocimo, primo Vescovo di Padova ed evangelizzatore del Veneto, salito sul monte Summano, distrusse il tempio pagano, erigendo al suo posto una chiesa dedicata alla Madonna. Siamo nel 77 d.C. Da allora la fama del santuario crebbe notevolmente in tutti i paesi limitrofi.

Arriviamo al 1305 per avere notizie certe sulla presenza di un Ordine Religioso sul monte Summano, ma non è specificato il nome. In seguito, dal 1430, saranno i frati dell’Ordine di S. Marco da Mantova presenti sul Sacro Monte. Nel 1452, il Santuario viene affidato alla congregazione dei Poveri Eremiti di S. Girolamo, detti Girolimini.

Nel 1525 il monte Summano diventò un Priorato indipendente, separato da Vicenza. Il cinquecento fu un secolo di grande splendore per il monte Summano, i frati rinnovarono ed ingrandirono la Chiesa fino ad una capacità di circa 3000 persone. Durante l’inverno i frati scendevano a Piovene dove c’era un convento ed una chiesetta, detta dell’Ospizio, in Riva dei Frati, dove accoglievano e assistevano i numerosi pellegrini di passaggio. Durante la pestilenza del 1630, di manzoniana memoria, in questo sito in Piovene, i frati costruirono un lazzaretto,i resti del quale sono tuttora visibili.

Il 22 Gennaio del 1774, con decreto della Serenissima, il Convento viene soppresso, in un quadro di riordino generale degli Ordini Religiosi. I nostri Girolimini si trasferirono, sui Colli Euganei, nel convento di S. Maria di Lispida. La popolazione di Santorso, come testimonia ancora oggi una lapide presente nel Santuario di S. Orso, il 19 maggio del 1777, trasportò la Statua della Madonna dalla cima del Monte, nella chiesa arcipretale di Santorso,con grande partecipazione popolare. Nel 1849, la Venerata Immagine sarà definitivamente collocata nel Santuario di S.Orso, appositamente costruito su disegno dell’architetto Ottone Calderari, dove tuttora è venerata.

In occasione del primo centenario della traslazione della Madonna, e quindi nel 1877, su interessamento dei Alessandro Rossi, una delegazione di Girolimini arrivò da Roma, e tale fu l’entusiasmo popolare che, con l’aiuto del mecenate A. Rossi, i frati tornarono in Santorso nel 1893.
I frati Girolimini ripresero la loro opera fra Santorso e il monte Summano, fino al 1933, quando con Bolla Papale di Papa Pio XI, l’Ordine dei Girolimini fu definitivamente soppresso. Alcuni frati rimasero però in Santorso, dove continuarono la loro missione fino alla morte dell’ultimo di loro.

IL LIQUORE

La tradizione della produzione di medicinali, pozioni ed anche di bevande alcoliche, fa parte storicamente del certosino lavoro nelle segrete dei conventi di diversi Ordini Religiosi, in ogni parte d’Italia e non solo. Anche i frati Girolimini non si sottrassero a questa usanza, peraltro non certificata, almeno fino al 1892, quando, come scrive Renato Zanella, il Sig. Francesco Zanella, produttore della Birra Real Summano di Rocchette, acquista il complesso riva dei Frati in Piovene, abitato per secoli dai frati Girolimini. Durante i lavori di restauro del sito in abbandono, alcuni operai rinvengono un breviario all’interno del quale trovano una ricetta di un liquore d’erbe, scritta a mano. Lo Zanella, saputo del ritorno dei frati in Santorso, ne fece dono a Luigi De Stefanis, primo Priore dei Girolimini.

Il frate, non essendo in grado di produrre il suddetto liquore, lo affida alle esperte mani di due farmacisti di Schio: il dott. Marco Saccardo e il suo successore dott. Cesare Zanella, che ne perfezionano la ricetta e lo espongono con notevoli successi alle mostre internazionali dell’epoca. Il liquore ottenne riconoscimenti e medaglie d’oro all’Expo mondiale di Parigi del 1900, medaglia d’oro alla Mostra Internazionale di Roma e Venezia del 1902.
Intorno agli anni trenta, la ricetta torna in mano dei Girolimini che ne continuano la produzione fino al 1948 quando frate Francesco Gruba, cede definitivamente la ricetta e la produzione al sig. Renato Zanella che ne continuerà la produzione fino al 1991. E’ curioso notare come questo cognome Zanella, ricorra costantemente nella storia del Girolimino, pur non essendovi alcuna relazione di parentela fra di loro.

Ora il Girolimino ritorna nella sua versione originale per rinnovare una tradizione che andava scomparendo, riproposto con la cura e la passione che giustamente deve essere riservata ad una perla della storia delle genti che vivono ai piedi del Monte Summano ed hanno e continuano a vario titolo, a far parte della sua storia.