BressanvidoBressanvido stende il suo territorio a nord-est di Vicenza, nella pianura punteggiata dalle risorgive che danno origine al fiume Tergola. Per raggiungere il paese dal capoluogo ci si stacca dalla Postumia imboccando la strada del Vicerè, che sale verso Bassano del Grappa legando il proprio nome alla vicenda di questo comune.

Il toponimo che si legge sulle mappe di poco antecedenti all’anno Mille è in effetti ‘Braydo Sancti Viti’, laddove braida è termine longobardo che sta a indicare una distesa extraurbana coltivata a prato e San Vito è il martire taumaturgo oggetto di particolare devozione in ambito benedettino. Tutto ciò riconduce al convento vicentino di San Felice, che nell’Alto Medioevo riceve in proprietà le zone umide del Tergola e le mette a coltura stabilendovi una sede succursale, o per meglio dire una di quelle corti benedettina che agli ambienti monastici affiancano stalle per centinaia di mucche e tutti gli spazi che necessitano di conseguenza. Protagonisti monaci e fittavoli, questa resta la realtà del territorio d Bressanvido fino al 1806, quando la soppressione degli ordini monastici e le confische napoleoniche colpiscono anche la sua corte benedettina, che con la Restaurazione giunge in proprietà a Ranieri d'Asburgo, arciduca d'Austria, primo viceré del Lombardo-Veneto. Così si torna alla strada e al palazzo del Vicerè, segnato sulle carte più recenti, ovvero l’antica corte trasformata in residenza e oggi nota come Villa Mezzalira. In questa vicenda è racchiuso passato e presente di Bressanvido, un comune la cui realtà è ancora oggi improntata dalle colture foraggere, i cosiddetti ‘prati stabili’ da sfalcio, che formano un bellissimo paesaggio rurale, e dall’allevamento bovino a fine caseario, che proprio a poca distanza dalle antiche proprietà monastiche conta una delle più importanti latterie cooperative della provincia di Vicenza. Una tradizione, questa, che vive ancora di grande partecipazione popolare, specie nell’annuale Festa della Transumanza, che a fine estate saluta, oggi come nei secoli addietro, il ritorno delle mandrie dall’altopiano di Asiago alle stalle di pianura.

Prodotti De.Co. di Bressanvido

Gli gnocchi di Poianella

La peculiarità della produzione sta nella particolare ricetta, nella preparazione, nell'utilizzo di ingredienti di prima qualità e di prodotti del territorio. Gli ingredienti sono: patate, sale, salvia dei nostri orti, burro, formaggio grana delle nostre latterie sociali, farina bianca e uova.

Le patate vengono lessate e poi lavorate manualmente per amalgamare gli ingredienti di cui sopra. Alla fine si tirano a "bastoncini" di pasta di 1,5 cm. Di diametro che vanno tagliati in piccoli cilindri di circa 2. Cm di lunghezza. Quindi gli gnocchi vengono cotti, conditi e serviti.

Area geografica di produzione: Bressanvido località Poianella
Associazione produttrice: Circolo Ricreativo Culturale di Poianella

Delibera della giunta comunale.

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Il Marsòn

Uno degli abitanti meno appariscenti corsi d’acqua di risorgiva che segnano l’alta pianura vicentina è il ‘marson’, un piccolo pesce di fondo dalle abitudini notturne che sui trattati di ittiologia compare sotto il nome di scazzone (Cottus gobio). Il ‘marson’ appartiene alla famiglia dei ghiozzi e dunque è lontano parente dello scorfano, ben più noto pesce di scoglio, protagonista di brodetti alla marinara.

Le dimensioni sono modeste, non oltre i 10 centimetri di lunghezza, ma come lo scorfano ha una testa smisurata rispetto al corpo, donde il modo di dire veneto “te ghe la testa d’un marson” per apostrofare una persona ostinata o lenta d’intelletto. Altra caratteristica è la mancanza di vescica natatoria, l’organo che permette ai pesci di regolare il proprio galleggiamento, ragion per cui il ‘marson’ vive sul fondo ghiaioso, al quale s’adatta con notevole mimetismo, e non nuota propriamente ma piuttosto avanza a scatti...

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