Marson di Bressanvido e Bolzano

Uno degli abitanti meno appariscenti corsi d’acqua di risorgiva che segnano l’alta pianura vicentina è il ‘marson’, un piccolo pesce di fondo dalle abitudini notturne che sui trattati di ittiologia compare sotto il nome di scazzone (Cottus gobio). Il ‘marson’ appartiene alla famiglia dei ghiozzi e dunque è lontano parente dello scorfano, ben più noto pesce di scoglio, protagonista di brodetti alla marinara.

Le dimensioni sono modeste, non oltre i 10 centimetri di lunghezza, ma come lo scorfano ha una testa smisurata rispetto al corpo, donde il modo di dire veneto “te ghe la testa d’un marson” per apostrofare una persona ostinata o lenta d’intelletto. Altra caratteristica è la mancanza di vescica natatoria, l’organo che permette ai pesci di regolare il proprio galleggiamento, ragion per cui il ‘marson’ vive sul fondo ghiaioso, al quale s’adatta con notevole mimetismo, e non nuota propriamente ma piuttosto avanza a scatti sotto la spinta delle pinne.

Nel passato il ‘marson’ era tipico pesce da frittura. Pescarlo all’amo non valeva la pena, troppa fatica, anche perché i più richiesti erano quelli di taglia minore, tre-quattro centimetri, che si scioglievano in bocca senza dar sentore di spine. Un tempo i pescatori di professione li insidiavano con un attrezzo, la ‘cunèla’, composto da due archetti di legno incrociati che tenevano tesa una rete composta da una base quadrata e tre pareti; la ‘cunèla’ veniva appoggiata sul fondo con l’apertura rivolta verso la corrente; poi, con un altro attrezzo, il ‘ràbio’, composto da una tavoletta dotata di un manico, si smuoveva il fondo sassoso spingendo i marsoni verso il lato aperto della trappola.

In alternativa dell’approvvigionamento erano incaricati i ragazzini che, armati di una forchetta fissata a un asticella, colpivano i marsoni dopo averli snidati da sotto i sassi. Con una dozzina di questi pescetti si preparava una frittata straordinaria, mentre nelle trattorie venivano serviti in frittura, dopo averli impanati nella farina gialla, ed erano molti quelli che partivano da Vicenza per un giro in bicicletta con sosta gastronomica in trattoria.

Tra le località più note in tal senso erano Bolzano Vicentino e Bressanvido, allineate lungo il corso di un fiume di risorgiva, il Tergola. Èd è proprio negli allevamenti ittici della zona che l’agenzia regionale Veneto Agricoltura ha recentemente avviato la riproduzione del ‘marson’, ormai rarefatto in natura, come presupposto indispensabile per rilanciarlo come specie d’interesse commerciale: Questo, pensando soprattutto alla ristorazione tipica e agli eventi enogastronomici di piazza, bagnando la preparazione più tipica, polenta e marsoni, con il Pinot Grigio «Tergola», d’apposita produzione locale.

PRODUTTORI del COMUNE DI BOLZANO VICENTINO
PRODUTTORI del COMUNE DI BRESSANVIDO