Piatto De.Co e figuranti alla “Festa dei gnochi”
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- Categoria: Notizie Prodotti De.Co. di Recoaro Terme
- Creato: Lunedì, 26 Agosto 2013 12:37
È il tipico insaccato orgoglio del territorio il protagonista della 46ª Sagra della Sopressa che anima l´estate di Valli del Pasubio. Nata nel 1960 per volontà di un gruppo di giovani, la Sagra della Sopressa continua ad attirare un gran numero di visitatori e appassionati.
La sopressa di Valli, anche se non più prodotta con maiali allevati in casa (a causa delle vigenti norme igienico sanitarie) è sempre un prodotto di ottima qualità garantito dalla genuinità delle carni, da una lavorazione artigianale e da una stagionatura nelle cantine “de ´sti ani”.
Il Comune ne ha certificato l´originalità, concedendo la De.Co. ai produttori di Valli del Pasubio e un salumificio locale partecipa alla Sagra con le sue sopresse Dop.
La Festa è l´occasione per degustare la sopressa accompagnata da saporite fette di polenta “brustolà”o in morbidi e fragranti panini.
Arricchiranno l´offerta gastronomica: bigoli ai sughi e un piatto contadino a base di carne di maiale. I ristoratori della Val Leogra prepareranno i “bocconcini di cervo alla boscaiola” nella serata di lunedì 12 agosto.
La cerimonia di apertura sarà domani e si vedrà il caratteristico carro delle sopresse sfilare per le vie del centro preceduto dalle allegre note della Banda di Chiuppano. Seguirà la proclamazione della Miglior Sopressa 2013 che la Giuria composta dai Ristoratori Val Leogra premierà tra quelle prodotte da privati (non commerciabili). La gara ha infatti lo scopo di mantenere viva la tradizione di “far su el mas-cio” in casa, secondo le antiche ricette contadine.
La Sagra, organizzata dal 1982 dalla Pro Loco Valli in collaborazione con il Comune e altre Associazioni del paese, è diventata col passare degli anni un´occasione di promozione e valorizzazione del territorio con finalità turistiche. Grazie alla disponibilità degli accompagnatori della Pro Loco, è possibile visitare siti caratteristici e bellezze naturalistiche con camminate non impegnative attraverso boschi e contrade, ai piedi del Monte Pasubio.
Il giornale di Vicenza
Vince l´esperienza e la qualità. Ancora una volta la sopressa di Angelo Cavion di contrà Sorgati, norcino pluridecorato, è la regina dell´annata.
Verdetto unanime della giuria, formata dai ristoratori del posto, che hanno annusato, palpato e assaggiato con un rituale che si rinnova da 46 anni le sette bellezze della gastronomia altovalleogrina.
«Erano tutte di pregevole fattura - commentano gli esperti assaggiatori -, a pieno vantaggio della reputazione del salume».
La sagra anche quest´anno non ha tradito le aspettative con una varietà di intrattenimenti per tutti i gusti: mostre, camminate, visita a musei, sport, musica e balli.
Presenti all´inaugurazione amministratori pubblici, politici e tanta gente.
Il sindaco Armando Cunegato ha fatto gli onori di casa e ha sottolineato «l´impegno prezioso delle associazioni a favore della comunità per una tradizione che si rinnova». Il presidente della Pro loco Livio Brandellero ha ricordato che per il paese «la sopressa è anche la valorizzazione dell´intero territorio».
La rinomata sagra avrà il suo clou dal 10 al 15 agosto con stand gastronomici e intrattenimenti vari. A.D.R.
Da Il giornale di Vicenza
E a Lonigo sono quattro le specialità gastronomiche a “Denominazione di origine comunale”: il riso, il mandorlato, la sopressa e il pisello nano.
I disciplinari dei quattro alimenti contengono molte indicazioni tecniche e qualche curiosità. Per quanto riguarda il riso, si apprende che la sua coltivazione risale al 1500, quando i Pisani bonificarono le terre attorno a Bagnolo sfruttando l´abbondanza d´acqua per ottenere ottimi raccolti.
Il mandorlato di Lonigo affonda le sue radici ancora più in profondità nel tempo, addirittura in epoca medioevale. La prima produzione industriale, avviata alla metà del diciannovesimo secolo, ridusse i costi e portò il croccante impasto di albume e mandorle alla portata di tutti i leoniceni.
Il salume fa parte del rito contadino che a ogni inverno sacrifica il maiale ingrassato per un anno nel retro della fattoria. Oltre alla sopressa, sono iscritti alla DeCo anche il "musetto" e la "moretta", prelibatezze che confermano l´antico detto secondo cui del maiale, non si butta via niente.
Il pisello nano di Monticello è una perla del versante sud dei Berici. Piccolo, tenero e dolcissimo si sposa felicemente con le fettuccine ("asagne", in dialetto) per formare un piatto che, partendo dalle tavole più povere, è entrato a pieno diritto nell´olimpo dei gourmet.
Il debutto dei prodotti DeCo leoniceni è avvenuto con la fiera di marzo dello scorso anno, seguita da una "Festa di Primavera" che ha portato in piazza le specialità più famose della cucina locale. @Il giornale di Vicenza
e non fosse diventato un cuoco, probabilmente avrebbe fatto il pescatore o l´agricoltore. Roberto Carafa, 37 anni padovano, fidanzato con Elisa Vason, è da tre anni il cuoco del ristorante adiacente a Villa Godi Malinverni a Lugo, il “Torchio Antico”. «Mi piace vivere all´aria aperta e sono appassionato di pesca. Fin da piccolo ho sempre pensato che avrebbe potuto essere il mio lavoro», commenta. E per vivere a contatto con la natura non esita a lavorare tre anni in un vigneto: «Sono affascinato dai profumi dell´erba, dei prati, dei boschi, nei quali vado a camminare appena posso - spiega - Tanto che ho anche conseguito l´attestato di raccoglitore erboristico, rilasciato dalla Regione Veneto». «Dopo gli studi all´istituto Alberghiero di Abano - prosegue Carafa - dal 1992 mi sono dedicato alla cucina in modo professionale e ho avuto la fortuna di poter fare esperienza all´estero, Olanda e Germania, per lo più».
Da questo lavoro impara ad apprezzare la convivenza con altre realtà e a confrontarsi con altre mentalità e modi di vivere: «Trovo che la cucina di questi Paesi - afferma - è principalmente internazionale, senza identità precise. In Olanda, ad esempio, direi che è praticamente inesistente. In pratica, è molto simile a tutte le cucine del Nord Europa, spezie comprese, che in questi Paesi vengono usate in abbondanza». Carafa usa materia prima stagionale attingendo a piene mani fra i prodotti del territorio, «senza inutili intingoli e additivi», precisa.
«È una terra e una regione talmente ricca di prodotti da essere quasi imbarazzante». In menu pasta con selvaggina e anche piccione di Breganze, funghi dell´Altopiano e formaggi come Morlacco e Asiago, trote fresche , gnocchi di patate di Posina, noci De.Co. e affettati misti tipi della zona: «Tra i presidi De.Co. vantiamo anche i “bucatini alla lughese” - spiega - che altro non sono che “gargati” conditi con ragù di carne, funghi del´Altopiano e crema di latte, uniti insieme e serviti in una cocotte di terracotta. Questo è un piatto storico e che dal Settecento è offerto ai viandanti e ai viaggiatori che passano per la valle. È una pietanza che si trovava sempre pronta in ogni casa».
La cura per la tradizione e per la memoria di una cucina stagionale, nella quale vengono valorizzati i prodotti territoriali, come asparagi o ciliegie, ed è ricca di contenuti ma sobria nelle preparazioni, ispira Carafa anche per i numerosi banchetti e rinfreschi che si tengono ogni anno al ristorante.
La vicinanza con villa Godi Malinverni attira numerosi clienti e turisti: «Mi piace poter proporre agli stranieri quello che offre il territorio, come formaggi e affettati, spesso sconosciuti ai più. Gli italiani sono più esigenti - commenta - perché vengono al ristorante sapendo già quello che vogliono mangiare». Un consiglio per un giovane che vuole iniziare la professione di cuoco? «Innanzitutto non avere paura di lavorare - risponde Carafa - perché è un lavoro di per sé faticoso, se non lo si ama abbastanza. E poi consiglierei di seguire l´insegnamento dei grandi cuochi, come Massimo Bottura, ad esempio, che stimo e ammiro molto, per capire meglio l´approccio alla materia prima e l´applicazione della tecnica .
È importante far proprie le tecniche di cucina classica, seguendo le procedure fondamentali. Ci sono dei procedimenti infatti che stiamo dimenticando. Ora i giovani cercano di puntare su effetti scenografici, ma spesso ignorando le tecniche di base». Oltre i fornelli? «Per un appassionato di rock anni ´70 e ´80 come me - conclude - era doveroso assistere a Padova al concerto di Roger Waters, anima dei Pink Floyd”.
Fonte: Il giornale di Vicenza
LA PRO LOCO SCOMMETTE SULLA VALORIZZAZIONE DEL TERRITORIO CON LA DE.CO. E LA SCIENZA
Due anni dopo il riconoscimento De.Co. ottenuto dall´avannotto di trota iridea, il prossimo obiettivo è la De.Co. Marsòn, a coronamento del Progetto Scazzone di Veneto Agricoltura per la tutela del “marson” trasferito in via sperimentale negli stabilimenti di Bolzano Vicentino e Bressanvido.
Scopo della sperimentazione è il recupero dello scazzone, oggi protetto dalla direttiva Habitat, mediante la produzione intensiva in cattività per il ripopolamento e per uso commerciale; l´obiettivo è metterlo in commercio e ottenere la D.O.P. La sperimentazione è stata possibile grazie ad un protocollo d´intesa sottoscritto tra le Pro loco di Bolzano Vicentino (capofila) e Bressanvido, i Comuni di Bolzano Vicentino e Bressanvido, l´Associazione Culturale BOLArt, il Comitato Risorgive di Bressanvido, e le rispettive acquacolture.
Nel mese di aprile, a seguito dell´approvazione del Regolamento De.Co., si sono riunite le commissioni dei rispettivi comuni composte da Massimiliano Fattori, allora sindaco, Cristina Grego ristoratrice e presidente Ascom di Bolzano Vicentino, Mario Tolomei operatore del settore ittico, Emanuela Fattori imprenditrice agricola, Alberto Valentini delegato della Pro loco per Bolzano Vicentino; Giuseppe Bortolan sindaco, Ivan Marzaro ristoratore, Luigina Milan presidente del Circolo Ricreativo Culturale Poianella, Ampelio Berto consigliere comunale, Domenico Dalla Pria vicepresidente della Pro loco per Bressanvido. I commissari DE.CO. hanno sancito che il marsòn è un elemento imprescindibile della cultura dei due comuni ed è quindi eleggibile a De.Co. sovracomunale, la seconda del Vicentino.
Michela Menegus, vicepresidente della Pro loco di Bolzano, ha coordinato il gruppo che ha partecipato alla stesura del dossier di proposta De.Co. Marsòn: Armando Piccinini, biologo dell´Università di Parma e autore del manuale di allevamento; Tommasino Giaretta, scrittore e giornalista che ha recuperato la tradizione della pesca e la letteratura orale sul marsòn; Graziella Poianella, dietista che ha puntualizzato gli aspetti nutrizionali e sociali dell´alimentazione; Silvio De Nardi, acquacoltore che ha testimoniato la rilevanza delle imprese locali del settore ittico; Franco Brazzale, ex responsabile della cucina della Pro loco di Bolzano che ha messo su carta le originali ricette sul marsòn. Da questo lavoro è emerso che che la cooperazione intercomunale non solo è possibile, ma diventa fondamentale per lo sviluppo di zone periferiche e di ridotte estensioni, ma con peculiari vocazioni e forti valori identitari condivisi.
Tempi di speranza quindi per il marsòn, pesce un tempo tanto amato e oggi ancor più coccolato da un gruppo di tenaci, che sta cercando di riportarlo sulle tavole lecitamente senza rischiarne la definitiva estinzione e di adottarlo come bioindicatore per la qualità delle acque dell´ambiente di Risorgiva
domenica 28 luglio 2013SPECIALI, pagina 31da Il Giornale di VIcenza
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