Notizie dai Comuni De.Co. vicentini

Gnocchi e fioretta diventano De. Co.

IL GIORNALE DI VICENZA

Lunedì 4 Febbraio 2008

Gnocchi e fioretta diventano De. Co.

Saranno consegnate mercoledì 13 in apertura della seduta del Consiglio comunale le prime sette targhe ai ristoratori recoaresi che hanno sottoscritto il disciplinare per la produzione dei “Gnocchi con la fioretta” a denominazione comunale, idea lanciata dal compianto Luigi Veronelli. Ha spiegato Federico Fiorin, assessore al turismo: «Recoaro ha portato a termine il percorso, iniziato alla fine del 2006, e che vede ora certificati come De. Co. i tradizionali gnocchi con la fioretta».

È il piatto tipico recoarese, composto di ricotta liquida (la fioreta appunto), farina bianca, sale e burro, cucinati in acqua bollente. Il piatto risale alla tradizione dei malghesi che lo utilizzavano durante i lunghi periodi trascorsi nei pascoli in alta montagna. «Essere entrati nel circuito dei Comuni De. Co. - sottolinea l’assessore al turismo - ci proietta ora verso traguardi di prestigio per quanto riguarda la gastronomia nazionale, questo grazie anche alla presenza in paese di un importante istituto alberghiero e della confraternita dei gnochi con la fioreta, che bene si prestano a valorizzare la nostra cucina».

Recoaro Terme organizza ogni anno, la prima domenica di settembre, la tradizionale “Festa degli gnocchi con la fioretta”, occasione che avvicina a questo piatto migliaia di visitatori. Per tutto il resto dell'anno, il piatto può essere assaggiato nei numerosi ristoranti della zona, anche con diverse variazioni, frutto della fantasia dei cuochi recoaresi. Tuttavia, sarà soltanto nei ristoranti che avranno ottenuto il riconoscimento, visibile grazie alla targa affissa all’esterno del locale, che sarà possibile degustare gli gnochi con la fioreta a denominazione comunale, ovvero quelli originali».
La consegna delle targhe avverrà alla presenza di Riccardo Lagorio, giornalista, massimo esperto dei prodotti De. Co. in Italia.

Questi i primi sette ristoratori che riceveranno la targa: Alberto Camposilvan dell’hotel Castello, Davide Ferro del rifugio Campogrosso, Giovanni Frizzo della trattoria Malga Lora, Caterina Orsato del ristorante Paradiso, Paolo Orsato del ristorante Capannina, Elda Pianalto dell'albergo Alpino e Antonio Spanevello dell’hotel Carla.

Patata super star. Valorizzarla diventa una sfida

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 28 Ottobre 2007

Patata super star. Valorizzarla diventa una sfida

La patata non solo come risorsa alimentare ma anche vantaggio economico per le famiglie. É stato il perno della tavola rotonda “La Patata di Rotzo: esempio di economia sostenibile per la montagna" svoltasi ieri mattina nella sala consigliare di Rotzo. L'incontro, organizzato con la Camera di Commercio, Provincia, Comunità Montana, l'Accademia Italiana della Cucina, i Sapori del Palladio e Vicenza É, ha messo attorno ad un tavolo i massimi esperti provinciali nella valorizzazione della produzione agroalimentare di nicchia, coordinati dal professor Raffaele Cavalli, preside della Facoltà di Agraria dell'Università di Padova.

«Gli oltre 3.500 quintali di patate prodotti a Rotzo portano nelle tasche dei residenti oltre 250.000 euro - ha spiegato Matteo Dal Pozzo, sindaco di Rotzo e produttore di patate - Un supplemento di reddito che aiuta le famiglie a rimanere in paese. La coltivazione è ormai radicata, ora bisogna trovare i modi per la sua valorizzazione. Due i punti cruciali: la creazione di un bacino idrico per garantire l'irrigazione dei campi e la ricerca di coltivazioni alternative per la rotazione dei terreni contro il deperimento del suolo».

«La strada del prodotto biologico, senza concimazione chimica e con parsimonia di antiparassitari è quella da percorrere perché non sempre per il prodotto di nicchia si deve pensare ad aumentare la produzione, piuttosto bisogna garantirne la qualità», ha commentato Dino Menarin, presidente della Camera di Commercio».

«L'implementazione di colture alternative non è una difficoltà, la storia altopianese dimostra che qui una volta si coltivano molti tipi di cereali, il problema è semmai legato a infrastrutture, acqua e meccanizzazione, perché anche queste colture possano avere successo», ha detto Maurizio Bressan, direttore dell'Istituto Strampelli. «La soluzione è sicuramente la denominazione comunale, i De. Co., perché la quantità prodotta è troppo poca per una Dop - ha detto Vladimiro Riva, amministratore di Vicenza È -. Prima di produrre però bisogna sapere già come vendere il prodotto, è questa la vera sfida». G.R.

Festa dei gnochi coa fioreta

IL GIORNALE DI VICENZA

Giovedì 30 Agosto 2007

A Recoaro la festa dei gnochi coa fioreta: un tuffo nei sapori e nelle tradizioni

Paese che vai tradizione che trovi. E per Recoaro lo è sicuramente la festa dei gnochi con la fioreta in programma nel primo fine settimana di settembre e quindi fra pochissimi giorni. La gastronomia locale diventa così una manifestazione di riscoperta di sapori antichi e autentici, e per tutti ci sarà la possibilità di assaporare il gustoso piatto "dei gnocchi con la fioreta" circondati da musica, attrazioni e allegria.

Al di là del momento di festa, sabato 1 settembre, alle 17.30, è stata programmata una conferenza al Teatro Comunale sul tema "I prodotti a denominazione Comunale DE.CO. strumenti di promozione del territorio".

La gran parte delle attrazioni è fissata però per domenica 2. Si comincia alle 10.30 con la sfilata per le vie del centro del gruppo "I Malghesi dei Ronchi e delle Confraternite".

Già dalle 11.30 sarà possibile avvicinarsi agli stand gastronomici, per gustare il piatto tipico, principe della festa, ma anche altre specialità.
Quindi il pomeriggio sarà dedicato alle manifestazioni e allora dalle 15.30 ci sarà "La Casara - come se faxeva el formaio sti ani"; mentre a partire dalle 17 è previsto lo spettacolo con il gruppo folkloristico "I Bontemponi e l'allegra compagnia" di Bottrighe (RO).

Durante la manifestazione saranno presenti gli stands della Comunità Montana Agno - Chiampo con esposizione di prodotti tipici locali; ci saranno inoltre stand con esposizione di manifattura in tempo reale di oggetti artigianali d'ingegno e attrazioni varie.
L’organizzazione è a cura della Pro loco di Recoaro Terme. Per informazioni si può contattare il numero 338/8798052.

La patata mette il bollino

IL GIORNALE DI VICENZA

Venerdì 5 Marzo 2004

La patata mette il bollino

Le patate di Rotzo si avviano a diventare ancora più preziose. Il Comune, con una delibera consiliare del 27 febbraio, ha deciso di adottare per il prestigioso tubero la De.c.o., denominazione comunale di origine, approvando a tal fine un apposito regolamento.

Questo marchio, lanciato qualche anno fa dal famoso enogastronomo Luigi Veronelli e al quale aveva aderito anche l’Anci, associazione nazionale dei comuni italiani, lega in modo ancora più stretto il prodotto al territorio in cui viene coltivato, garantendone la qualità e la tracciabilità, e impegna il Comune a valorizzarlo.

Sono molti i paesi italiani, anche del Vicentino, che hanno adottato questo strumento, soprattutto per tutelare prodotti tipici che non hanno ancora ricevuto una delle certificazioni tra quelle più conosciute, come la denominazione di origine protetta o l'indicazione geografica tipica.
Lo stesso Veronelli, una vol ta saputo che anche Rotzo stava per prendere questa decisione, ha comunicato per iscritto al sindaco Edoardo Sartori il suo compiacimento, venato di una personale preoccupazione che però sa di buon augurio: «Se Rotzo darà la De.c.o. alle sue patate - si legge nella lettera - mi sarà più difficile trovarle. In ogni paese che ha dato ai suoi prodotti la De.c.o. si è verificata una richiesta eccezionale».

Il regolamento approvato in consiglio a Rotzo, composto di dodici articoli, non cita espressamente alcuna coltura specifica, mantenendo aperta per il futuro la possibilità di applicare evetualmente il marchio anche ad altri prodotti; ma senza dubbio il primo a essere iscritto nel registro De.c.o. del Comune sarà la patata. L’ente comunale si impegna ad assumere le iniziative idonee a sostenere non solo il prodotto agro-alimentare, ma anche tutto ciò che ci gira intorno: sagre e manifestazioni, confezionamento, ricerca storica e indagini conoscitive sul prodotto stesso.

D’altro canto la frequentatissima Festa della Patata che si svolge la prima domenica di settembre e le numerose pubblicazioni dedicate a questa prelibatezza della famiglia delle solanacee, hanno fatto già da battistrada a ulteriori forme di promozione. Il Comune si farà carico altresì di perorare, per i prodotti in questione, le richieste di riconoscimento di altre forme di certificazione (dop, doc, ecc.). In attesa del raccolto di questa estate, e con la speranza che basti a soddisfare le richieste.

La carota bianca torna nei menu e si avvia la Deco

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 26 Ottobre 2008

La carota bianca torna nei menu e si avvia la Deco

La millenaria carota bianca rinasce a Monticello Conte Otto. Era il 2003 quando Giancarlo Rizzi, titolare dell’omonimo ristorante, nello studiare i menu palladiani notò che nel ’500 era molto diffusa la carota bianca, la “pastinaca sativa”, poi scomparsa in Italia. E gli venne voglia d’inserirla in questa particolare proposta. Iniziò così una “caccia ai semi” durata un anno. Ora, dopo quattro anni di coltivazione, la carota bianca non solo figura nei listini dei sei “ristoranti delle Risorgive” di Dueville, Caldogno, Villaverla e Monticello Conte Otto. Quest’ultima Amministrazione ha avviato la procedura per la denominazione comunale di origine (Deco), assegnata già a 18 prodotti nel Vicentino, mentre altri quattro sono in fase di valutazione.

A presentare il prodotto, che è stato al centro di una cena a tema al ristorante Rizzi, sono stati il sindaco di Monticello Alessandro Zoppelletto, l’assessore provinciale all’Agricoltura Luigino Vascon. lo stesso Rizzi e lo storico Galliano Rosset, che ha ripercorso la storia di questo tubero, ora diffuso solo nei paesi nordici, partendo dal I secolo avanti Cristo.

A Monticello Conte Otto sono localizzati gli attuali tre coltivatori, che ne producono 15 quintali: è l’unico posto a Vicenza, e forse anche in Italia, dove questa carota viene coltivata e dove trova il suo terreno ideale.

Monticello, le carote bianche verso la De. Co.

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 19 Ottobre 2008

Monticello, le carote bianche verso la De. Co.

La carota bianca di Monticello Conte Otto ha iniziato la sua marcia verso la De. Co., la Denominazione comunale creata da Gino Veronelli per tutelare l’origine dei prodotti italiani. Monticello, guidato dal sindaco Alessandro Zoppelletto, potrebbe essere il sedicesimo Comune del Vicentino ad adottare una delibera che garantisce i suoi prodotti.

L’assessore provinciale all’agricoltura, Luigino Vascon, è un grande sostenitore di questa pastinaca, un tempo assai diffusa e che ora è una rarità.
Spetta a Lorenzo e Giancarlo Rizzi, fratelli e contitolai dell’omonimo ristorante a Cavazzale, il merito di aver riscoperto questo ortaggio e di averlo reinventato in cucina, in vari piatti. E questo menù alla carota bianca sarà al centro di una serata in programma venerdì 24 proprio al Ristorante Rizzi.

Formaggio e trota diventano prodotti Deco

IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 11 Ottobre 2008

Formaggio e trota diventano prodotti Deco

Arriva la denominazione comunale per i prodotti tipici di Altissimo. L'attesa valorizzazione è raggiunta dopo un iter non breve che vuole valorizzare meritatamente la tipicità del formaggio locale e della trota. Domani nella sala civica comunale sarà ufficializzato l'importante riconoscimento della denominazione, che consente un concreto rilancio dei prodotti e del territorio.
A partire dalle 15.30 interverranno il sindaco Liliana Monchelato, il sindaco di Recoaro Franco Viero, il vicepresidente della Provincia di Vicenza Dino Secco, la presidente della 3° commissione attività produttive della Regione Veneto Giuliana Fontanella. Con loro saranno presenti Riccardo Lagorio, presidente nazionale per la denominazione comunale, sindaci provenienti da Emilia-Romagna, Trentino-Alto Adige, Lombardia. M. P.

Già 15 i Comuni berici che adottano la De. Co.

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 28 Settembre 2008

Già 15 i Comuni berici che adottano la De. Co.

Sono 15 i Comuni vicentini che hanno adottato la “De. Co.”, ossia la Denominazione Comunale per valorizzare l’origine dei loro prodotti. Due libretti fanno il punto della situazione. Il primo è edito da “Vicenza è”, Consorzio di promozione turistica, e si intitola “De. Co. Vicenza”, con testi di Marino Smiderle e Francesco Soletti.
Il secondo è un testo del celebre gastronomo Paolo Massobrio, edito da “I Quaderni di Papillon” e si intitola “De. Co. la carta d’identità del sindaco - vademecum per le denominazioni comunali”. Oltre al testo di Massobrio, contiene contributi di Paola Gula e Fabio Molinari.

La trota rosa del Chiampo brilla sul nero dei tagliolini

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 28 Settembre 2008

IL PIATTO. AL RISTORANTE “AL TORCIO” UNA CREAZIONE CHE METTE ASSIEME COLORE E GUSTO

LA TROTA ROSA DEL CHIAMPO BRILLA SUL NERO DEI TAGLIOLINI

E il sindaco di Altissimo vuole valorizzare questo pesce attribuendogli la “De. Co.”, seguendo l’idea di Gino Veronelli

L’idea è di Agostino Dal Lago, titolare del ristorante “Al Torcio” di Chiampo. Valorizzare i tagliolini al nero di seppia, piatto altrimenti usuale, con un doppio gusto locale. Sono nati così i “tagliolini al nero di seppia con trota fario del Chiampo e piselli”. È un piatto anzitutto gradevole all’occhio: il rosa della trota brilla sul nero dominante, mentre il verde dei piselli completa l’accordo cromatico.
Il sapore delicato della trota assieme al dolce dei piselli si amalgama perfettamente con il gusto della pasta, virata al nero del mollusco. L’inchiostro, arma difensiva della seppia, diventa così il fondo che è punteggiato dagli altri due colori. Un’idea carina, che piacerebbe a un artista: chissà cosa ne avrebbe tratto Andy Warhol se avesse visto questa composizione, lui che ha trasformato una semplice lattina di Coca Cola (oppure l’anonima minestra in scatola Campbell’s) in opere che hanno cambiato l’arte contemporanea.
Dal Lago, che lavora al ristorante di famiglia con il figlio Luca e la moglie Serenella, con questo piatto ha dato un serio contributo alla valorizzazione di un prodotto del territorio. Il s indaco di Altissimo, Liliana Monchelato intende, infatti, assegnare alla trota del Chiampo la “De. Co.”, cioé la “Denominazione Comunale”, quel marchio che attesta l’origine del prodotto e ne preserva, se non la qualità, quanto meno la originalità. Che della qualità è madre. Liliana Monchelato era presente alla degustazione organizzata "Al Torcio” assieme ad altri ospiti, tra cui il collega di Chiampo, Antonio Boschetto e alcuni esponenti della Confraternita del Baccalà: Renato Cecchin, Lina Tomedi, Luciano Righi, Giuseppe Sbalchiero.
Il quesito, posto da Cecchin ai conf! ratelli, era preciso: è necessario un piatto, da servire come entrèe, prima del baccalà, che prepari palato e stomaco al più complesso gusto della stoccafisso, oppure no? Il dubbio, poco amletico ma assai intrigante, gastronomicamente parlando, non è stato risolto.
La signora sindaco è assai decisa a proseguire sulla strada della “De. Co.”, sfruttando le potenzialità di un’idea, lanciata da Gino Veronelli, sulla quale oggi credono in parecchi in Italia. Sono 400 i Comuni ad aver tutelato i loro prodotti con una “De. Co.”: 56 di questi sono nel Veneto e 15 nel Vicentino. Nel Veneto, la provincia più sensibile è Verona, con 27 Comuni.
La “De. Co.”, per fare un esempio, serve a evitare che altri Comuni che non siano Colonnata, frazione di Carrara, spaccino come tale un lardo diverso da quello prodotto nel celebre borgo. Serve a certificare che il riso di Grumolo delle Abbadesse sia proprio quello prodotto a Grumolo e così via. I Comuni del Vicentino che hanno adottato la Denominazione sono: Asigliano (radicchio), Creazzo (broccolo, fichi), Grumolo (riso), Laghi (ortaggi), Lusiana (carne secca), Marano (mais), Montorso (composte), Posina (fagioli, patate), Recoaro (acque, gnocchi), Rotzo (patate), Tonezza (patona), Villaverla (clinto). In via di valutazione sono Altissimo (la trota fario, i formaggi), Longare (piselli di Lumignano), Montecchio Maggiore (mostarda).

È tempo di cavolo broccolo

IL GIORNALE DI VICENZA

Giovedì 25 Settembre 2008

È tempo di cavolo broccolo

Il cavolo broccolo, si sa, è un grande amico della salute. Ricco di antiossidanti e di sostanze attive nella prevenzione dei tumori, viene spesso consigliato da nutrizionisti e gastronomi, anche per le sue doti di piacevolezza. Il più conosciuto ecotipo coltivato in provincia di Vicenza è il broccolo fiolaro di Creazzo, ma ha una buona dose di notorietà anche quello di Bassano, coltivato nelle zone orticole dell'omonima città, sulle colline di Angarano e nei comuni di Rosà, Pove del Grappa e Cassola, dove è presente un microclima mite, ventilato e non umido. Il broccolo fiolaro, riconosciuto fin dal 1998 come prodotto tradizionale, ha una lunga fila di estimatori e gode ultimamente di una seconda giovinezza. Fra i suoi sostenitori più famosi c'è anche lo chef vicentino Carlo Cracco, titolare del celeberrimo locale di Milano che porta il suo nome. Il cuoco, di origini creatine, non manca mai di farsi portare dal padre l'ortaggio vicentino, che trasforma e plasma in piatti di sicuro effetto. Il broccolo fiolaro viene anche celebrato annualmente da una importante sagra che si svolge proprio a Creazzo nel mese di gennaio.
Nel passato i broccoli erano parte dell'alimentazione contadina e fornivano sostanze utili per chi era iperteso e nervoso. Le foglie posate nelle parti doloranti curavano alcuni dolori artritici. Dal punto di vista gastronomico i broccoli più saporiti sono quello raccolti dopo le prime gelate, quando per difendersi dal freddo la pianta concentra il contenuto in acqua nelle cellule e nei tessuti in genere delle parti verdi, aumentando la concentrazione dei sali minerali, degli zuccheri e delle sostanze aromatiche. Proprio questi gustosi broccoli utilizzeremo per l'ultima ricetta di quest'anno, da provare fra un po' di tempo, quando inizierà a far freddo sul serio: polenta, broccoli fiolari e Asiago mezzano. Per soddisfare 4 persone mondate e poi tagliate 300 grammi di broccolo fiolaro di Creazzo e fateli sbollentare in acqua salata (sbollentare significa immergerli in acqua bollente per brevissimo tempo). In una padella intanto fate rosolare in ottimo olio extravergine d'oliva vicentino uno spicchio d'aglio, meglio se in camicia. Prima che prenda colore toglietelo e mettete in padella il broccolo e lasciatelo insaporire per qualche minuto. Preparate quindi una polenta bella soda con 350 grammi di mais Marano, alla quale dovete aggiungere, una volta giunta a cottura e levata dal fuoco, 100 grammi di Asiago mezzano grattugiato e i broccoli. Mescolate energicamente in modo che gli ingredienti si amalgamino e servite ben caldo su dei piatti dove avrete preventivamente adagiato alcune lamelle di Asiago. Accompagnate il piatto con un sincero bicchiere di rosso, magari un Breganze Rosso d'annata o un Tai Rosso in versione strutturata.

Periodo di raccolta: la raccolta, che è scalare, si effettua manualmente dal mese di novembre per le varietà precoci e si protrae fino al mese di febbraio-marzo per le varietà più tardive.
Valore nutrizionale: il broccolo ha un elevato contenuto di sostanze antiossidanti e anticancerogene, ed è indicato nei soggetti affetti da ipertensione arteriosa, grazie al buon apporto di potassio. 100 grammi sviluppano 25 kcal e interessante è il contenuto in minerali: potassio, calcio, cloro, rame, fosforo e zolfo. Elevato il contenuto in fibra grezza.

Sottocategorie