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Le De.Co. beriche raccontate da Sky per 14 lunedì

IL GIORNALE DI VICENZA

Lunedì 29 Giugno 2009

GUSTO IN TV. DA OGGI IN ONDA SUL CANALE 833

Le De.Co. beriche raccontate da Sky per 14 lunedì

I prodotti del Vicentino protagonisti in prima serata

A partire da oggi e tutti i lunedì su TeleCampione e sul canale satellitare Sky 833 andrà in onda verso le 21.10, un programma curato da Anna Maria Girelli Consolaro, che riguarderà 14 prodotti De.Co. (denominazione comunale) della nostra provincia. La realizzazione delle varie puntate è stata resa possibile grazie alla collaborazione del consorzio Vicenza è , dell’agriturismo “La Valletta” e dei ristoranti “L’altro Penacio” e “Molin vecio” assieme ai rappresentanti dei Comuni coinvolti, che hanno presentato prodotti e ricette. “Presenteremo a giorni – afferma il presidente di Vicenza è, Dino Secco – ai nuovi amministratori comunali la nuova mappa dei Comuni De.Co. della nostra Provincia e il portale internet www.comunideco.it realizzato dall’ing. Giorgio Marchetto, che costituiranno, se ben utilizzati, un importante strumento di marketing territoriale per i Comuni”.
La partenza è prevista con la patona di Tonezza e poi, per altri 13 lunedì, il programma prevede la presentazione del clinto e del formaggio Verlata di Villaverla, della carota bianca di Monticello Conte Otto, del mais di Marano, della trota e del formaggio di Altissimo, degli gnocchi con la fioretta di Recoaro, delle p atate e dei fagioli di Laghi, del radicchio rosso di Asigliano, del broccolo fiolaro di Creazzo, del riso di Grumolo delle Abbadesse, delle patate di Rotzo, delle composte di Montorso e della mostarda di Montecchio Maggiore.

 

Quella riseria produce il migliore “vialone nano”

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 02 Novembre 2008

IL PRODOTTO TIPICO. UN RECORD PER LA “RISERIA DELLE ABBADESSE” A GRUMOLO, CHE RIFORNISCE ANCHE NAPOLITANO

Quella riseria produce il migliore “vialone nano”

Il “Gambero”: è il più buono del Paese. Degustazione cieca e medaglia d’oro

«Aspetto sontuoso. Tradizione e bontà superlativa. Imponente, ma composto e rotondo». Detta così sembra una delle meraviglie del mondo. E un po’ lo è diventato il timido riso di Grumolo della “Riseria delle Abbadesse” che ha conquistato i riflettori e ben figurato al “Salone del Gusto” di Torino. Il riso di Grumolo nel numero di ottobre della rivista “Gambero Rosso” si è conquistato la medaglia d’oro per il vialone nano e quella di bronzo per il carnaroli. Il più buono d’Italia, secondo i superesperti del mensile che hanno fatto un assaggio al buio premiando le riserie di qualità del Nord, da Vercelli a Verona, da Mantova a Vicenza.

Paolo e Antonietta Pavan sono i fratelli contitolari dell’azienda dove il prodotto viene lavorato: appartengono come “Rio Moneghina” al poker di produttori che esce sul mercato col marchio “Riseria delle Abbadesse”, insieme con Costantino Barban di Grumolo, Luigi Facchi di Vicenza, Umberto Rossato di Torri. «Una vittoria collettiva» minimizza Paolo Pavan, di cui in realtà il gruppo è giustamente orgoglioso. Cinquanta quintali per ettaro, in un territorio di 130 ettari coltivato a ris o, quello di Grumolo è un riso piccolo per un piccolo miracolo che ha un apice popolare nella sagra di settembre. Coltivato fin dal ’500 nei possedimenti dalle benedettine, quel riso è diventato prodotto di nicchia, apprezzatissimo dai gourmet: «Arriviamo a distribuire qui nel Triveneto, un po’ in Liguria, qualcosa a Roma, ma certo le spese di trasporto incidono molto - spiega Paolo Pavan - Il nostro riso è sulle tavole di qualche grande ristorante, ce lo chiede Cipriani per la sua commercializzazione, lo spediamo regolarmente alla Tenuta di S. Rossore in Toscana, residenza estiva del Presidente della R! epubblica». Il Gambero Rosso ne loda - per il vialone nano - «la stupenda consistenza e il grande sapore, per un signor risotto croccante, cremoso e legato» che lo mettono davanti a prodotti blasonati come il Tenuta Castello di Desana, il Melotti di Isola della Scala e il Cornacchia mantovano. Se ha un pregio, il chicco di vialone nano è quello di gonfiarsi al punto giusto e di sposare bene qualsiasi ingrediente: “bisi”, radicchio, salsiccia.

A sorvegliare prima la semina in aprile, poi i campi allagati e quindi la trebbiatura in settembre c’è ancora Memo, al secolo Adelmo Pegoraro, 89 anni. Gira in bici sugli argini, controlla il livello dell’acqua, e da mezzadro pensionato fa compagnia agli operai della Riseria durante l’essicazione (dura 24 ore), l’immagazzinamento e la lavorazione dal riso grezzo al bianco. In breve ecco sotto vuoto il vialone nano e più in là il carnaroli, che Gambero Rosso definisce «di consistenza vigorosa, e insieme pastosa e vellutata, con ottima tenuta di cottura e grande capacità di interagire con gli altri ingredienti».

Un riso che sa stare al suo posto, «che dà soddisfazione» commenta Antonietta Pavan e anche stacca sui rivali veronesi di Isola della Scala, facendo ridere sotto i baffi (che non ha) Umberto Rossato. Memore delle storiche pilerie i n marmo veronese e pietra berica ancora disseminate in paese, il sindaco Maria Luisa Teso conferma che il riso dei suoi concittadini sta per ottenere il disciplinare della Deco, la Denominazione di origine comunale. Un marchio che si aggiunge al Presidio Slow Food e ai successi recenti. Anche nel prezzo: una media di 3.50- 4 euro a chilo, più bassa rispetto ai “colleghi” esaminati dal Gambero.

A Lumignano s’imbandisce la Sagra dei bisi

IL GIORNALE DI VICENZA di Venerdì 15 Maggio 2009

LONGARE. Da domani fino al 25 maggio

A Lumignano s’imbandisce la Sagra dei bisi

A causa del cattivo tempo la produzione è scarsa

Inizia oggi e terminerà il 25 maggio a Lumignano, frazione di Lonigo, la tradizionalissima “sagra dei bisi”.
La festa comunitaria più importante del piccolo centro sui Berici ovunque conosciuto ancora come “il paese dei bisi” visto il prestigio e la risonanza di un prodotto che un tempo arrivava fin sulle tavole dei dogi della Serenissima.
I piselli di Lumignano oramai non sono più coltivati in modo intensivo come un tempo quando il raccolto riusciva a sistemare i bilanci familiari delle famiglie del paese. Ora è solo un pregiato prodotto di nicchia che finalmente quest’anno otterrà la Docu, il marchio della denominazione comunale e prossimamente verrà commercializzato con apposite confezioni che contraddistingueranno così i tipici piselli di Lumignano.
Purtroppo la stagione 2009 non sarà ricordata come una di quella annate di vacche grasse. A causa del cattivo tempo con le intense piogge invernali, le piante dei piselli, che per tradizione vengono seminati nei primi giorni di dicembre, non hanno potuto radicarsi bene e irrobustirsi.
Pertanto, c’è una sorta di produzione a macchia di leopardo, di livello normale in alcune zone del paese, e molto più scarsa in altre.
Che non sarà una stag ione piena, lo conferma Beppino Capraro, per tradizione il produttore di riferimento anche per gli atri coltivatori del paese, ormai non più di una decina. Tuttavia, se la resa per campo è un po’ ridotta quest’anno, e con un stagione già avanti di almeno una decina di giorni rispetto alla norma, dato che seppur in misura un po’ ridotta, negli ultimi anni si è ripreso la coltura del pisello su un piano più esteso, la necessaria produzione per alimentare la sagra con il suo imponente stand gastronomico e il circuito della ristorazione dell’area berica, è comunque garantita.
La sagr! a che inizia oggi con lo stand gastronomico, le serate musicali, le mostre d’arte e di beneficenza, le prove di scalata del gruppo “El sasso” sulla palestra di roccia, sarà articolata in due lunghi week end e si concluderà lunedì 25 con la 32^ edizione della corsa podistica “El giro de Lumignan”.

Ecco la Festa dell'Asparago a Marola di Torri di Quartesolo

IL GIORNALE DI VICENZA

Domenica 12 Aprile 2009

UN APPUNTAMENTO DA NON PERDERE PER TUTTI GLI APPASSIONATI DEI SAPORI TIPICI DEL TERRITORIO

Ecco la Festa dell'Asparago

DOMENICA 19 APRILE PRESSO L'AZIENDA AGRICOLA F.LLI BRANCO, A MAROLA DI TORRI DI QUARTESOLO

Sarà un appuntamento da non perdere per tutti gli appassionati dei sapori tipici del territorio la Festa dell’Asparago in programma domenica 19 aprile presso l’Azienda Agricola F.lli Branco, a Marola di Torri di Quartesolo. Si tratta infatti di uno dei più rinomati produttori di tutta la provincia, conosciuto e apprezzato per le caratteristiche dei suoi asparagi bianchi: teneri, croccanti e assai dolci.

Nell’Azienda Agricola F.lli Branco, del resto, la coltivazione degli asparagi è una vera tradizione, iniziata ben 45 anni fa, accanto alla quale si fa apprezzare anche una qualificata produzione di vini (Merlot, Cabernet e Chardonnay) che vengono venduti direttamente al pubblico. In questo modo i consumatori possono recuperare un rapporto diretto e personale con il produttore, a garanzia della massima qualità della produzione, che nel caso dell’Azienda Agricola F.lli Branco è realmente a “km zero” da ben prima che questa espressione diventasse di moda.

Una conferma importante, in questo senso, è arrivata direttamente dal Consiglio Comunale di Torri di Quartesolo, che nelle scorse settimane ha approvato il regolamento per la valorizzazione delle attività agro-alimentari tradizionali l ocali con l’istituzione del marchio di Denominazione Comunale. Il marchio De.Co contraddistingue così l’asparago di Marola dell’Azienda Agricola F.lli Branco, che domenica 19 aprile proporrà per l’intera giornata assaggi a base di asparagi e vino di propria produzione.

E per gli amanti dei sapori l’Azienda Agricola F.lli Branco ha già in programma un secondo evento da non perdere, sabato 2 e domenica 3 maggio, con la Festa dell’Asparago a Marola. Per informazioni: tel. 0444-910291 – email: az.branco@alice.it

Le de.co vicentine in televisione

A partire dal 29 giugno tutti i lunedì su TeleCampione (TLC) e, in contemporanea, sul canale satellitare Sky 833 andrà in onda in prima serata, verso le 21.10, un programma curato da Anna Maria Girelli Consolaro, che riguarderà 14 prodotti De.Co. (denominazione comunale) della nostra provincia.

La realizzazione delle varie puntate è stata resa possibile grazie alla collaborazione del consorzio Vicenza è, dell’agriturismo La Valletta, della trattoria Al Molin vecio  e del ristorante L’altro Penacio assieme ai rappresentanti dei Comuni coinvolti, che hanno presentato prodotti e ricette.

“Presenteremo a giorni – afferma il presidente di Vicenza è Dino Secco – ai nuovi amministratori comunali la nuova mappa dei Comuni De.Co. della nostra Provincia e il portale internet www.comunideco.it, che costituiranno, se ben utilizzati, un importante strumento di marketing territoriale per i vari Comuni coinvolti”.

La partenza  è prevista con la patona di Tonezza e poi, per altri 13 lunedì, il programma prevede la presentazione del clinto e del formaggio Verlata di Villaverla, della carota bianca di Monticello Conte Otto, del mais di Marano, della trota e del formaggio di Altissimo, degli gnocchi con la fioretta di Recoaro, delle patate e dei fagioli di Laghi, del radicchio rosso di Asigliano, del broccolo fiolaro di Creazzo, del riso di Grumolo delle Abbadesse, delle patate di Rotzo, delle composte di Montorso e della mostarda di Montecchio Maggiore.

Riflessione sul convegno sulle De.Co. tenutosi a Vicenza

Forse non è ancora tempo di gridare vittoria, ma ciò che è accaduto a Vicenza, grazie anche alle parole chiare e decise del ministro Zaia, è un passo in avanti concreto e decisivo per l'attuazione piena e diffusa dell'intuizione veronelliana (semplice nella forma, rivoluzionaria nella sostanza).

L'ultimo convegno sulle De.Co. (Denominazioni Comunali), tenutosi in Vicenza (nel settembre 2008) e organizzato dal consorzio Vicenza è (tanto merito al direttore Vladimiro Riva), è stato di quelli che si definiscono importanti. Per più ragioni:
- 1, la partecipazione, seppur telefonica, del Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia e, ancor più, le sue parole favorevoli sull'adozione, da parte dei comuni (con semplice delibera), della certificazione d'origine ideata da Veronelli; cade così l'ostruzionismo storico che per anni ha condizionato le decisioni di un buon numero di sindaci italiani, preoccupati di compiere un'azione maliziosamente annunciata illegittima e in contrasto con le disposizioni comunitarie; il ministro è stato esplicito: appoggiare l'iniziativa, perché restituisce verità e dignità ai prodotti che qualificano e rendono unica la terra italiana, e li ripara sia dal triste anonimato sia da possibili tentativi d'imitazione;
- 2, l'annuncio - da parte di Dino Secco, vice-presidente della Provincia e responsabile di Vicenza è – dell'istituzione, in Veneto (e la proposta di estensione nel resto d'Italia), di un coordinamento regionale dei comuni a De.Co., con il proposito di favorire sia un'attività condivisa sia l'aumento del numero (ad oggi, più di 300 in tutta Italia);
- 3, la presentazione contemporanea di due volumi sull'argomento: "De.Co. – Sviluppo locale e strumenti di marketing territoriale", a cura di Roberto De Donno e pubblicato da Veronelli Editore; "De.Co. – La carta d'identità del sindaco", a cura di Paolo Massobrio, edito da I Quaderni di Papillon; due modi - storico/didattico il primo, più tecnico/manualistico il secondo - di stimolare gli amministratori a conoscere e prendere coscienza dei forti strumenti di cui poter disporre per la salvaguardia e la valorizzazione delle risorse gastronomiche del proprio territorio;
- 4, la presentazione, da parte di Vladimiro Riva, della mappa delle De.Co. vicentine (Asigliano con il radicchio rosso, Creazzo con il broccolo fiolaro, Grumolo con il riso, Marano con il mais, Montorso con le composte, Recoaro con le acque minerali e gli gnocchi, Rotzo con le patate, Laghi con gli ortaggi, Villaverla con il Clinto e il verlata, Posina con i fagioli e la patata posenata, Lusiana con la carne secca, le mele e le pere, Tonezza con la patona), di snella consultazione e puntualissime informazioni, esemplare sul piano della comunicazione.

[fonte: Veronelli editore

 

Piselli, con le fettuccine o con i “risi” e il foie gras

IL GIORNALE DI VICENZA

Sabato 16 Maggio 2009

IL PRODOTTO TIPICO. QUELLI DI LUMIGNANO, PARTICOLARMENTE DOLCI E TENERI, SONO UNA PRIMIZIA DI STAGIONE

Piselli, con le fettuccine o con i “risi” e il foie gras

E ora sono valorizzati con l’attribuzione della “Denominazione Comunale”

“La qualità dei piselli quest’anno è davvero alta”. Parola di Daniele Capraro, coltivatore di piselli a Lumignano insieme ai fratelli Giuseppe e Francesco. Peccato però che le abbondanti piogge, cadute oltre tutto in tempi sbagliati, abbiamo ridotto del 30-40% la produzione. “Il raccolto sarà di circa 30 quintali - continua Capraro - e non sappiamo come far fronte alla grande e continua richiesta che ci arriva da ristoratori, fruttivendoli, privati”. I bisi di Lumignano, che da quindici giorni appena hanno ricevuto il riconoscimento De.Co., sono famosi e ricercati per la loro dolcezza e precocità, contendendo ai “cugini” di Borso del Grappa l’onore di apparire un tempo sulla tavola del Doge in occasione della festa di San Marco, il 25 aprile. La tradizione di questo ortaggio si perde nel Medioevo, quando attorno all’anno Mille dei monaci benedettini si insediarono a Lumignano nell’Eremo di San Cassiano. Non a caso la tradizionale “Sagra dei bisi” nacque come festa patronale in onore di san Maiolo, abate dell’abbazia di Cluny dal 954 al 994. Di questi particolari piselli che, come dice Daniele Capraro, “sono gemme di primavera”, il punto di riferimento è la varietà “Piccolo Provenzale” dalla quale poi si dipartono tutti gli altri ceppi. Come quella “Espresso Gustosa” o la “Principe Umberto” e la “Serpentino”, che compongono la maggior parte delle coltivazioni lumignanesi. Roberto Berno, titolare della trattoria “Al Sole” di Castegnero e presidente dell’associazione “Le Buone Tavole dei Berici” sostiene la cucina di tradizione: “I “risi e bisi” valorizzano i piselli in questo risotto molto all’onda, direi quasi una minestra un po’ asciutta”. Vi aggiunge una scaloppa di foie gras,! appena scottata. “Le fettuccine, rigorosamente fatte in casa - ricorda Berno - vengono condite da un intingolo dove piselli, scalogno e un po’ di olio e burro, vengono tutti messi a freddo, per garantire una migliore resa della materia prima la cui dote maggiore dev’essere la freschezza.”

Il broccolo fiolaro vola nell’orto di lady Obama

IL GIORNALE DI VICENZA

Martedì 24 marzo 2009

PRODOTTI TIPICI

Il broccolo fiolaro vola nell’orto di lady Obama

Michelle Obama inaugura il suo orto alla Casa Bianca e il consorzio di promozione turistica “Vicenza è” risponde inviando, grazie alla collaborazione del sindaco di Creazzo Cortiana e dell'assessore Pizzolato, sementi del broccolo fiolaro di Creazzo, raccolte da Paolo Balestro, produttore dell'ortaggio De.Co., che è veramente un prodotto bio. Così, accanto a spinaci, lattuga, finocchio, bieta e cavoli la semina a Washington potrà riguardare anche un particolare tipo di broccolo, quale è quello fiolaro di Creazzo.
A Michelle Obama, per il tramite dell'ambasciatore italiano Castellaneta, viene inviata anche la pubblicazione, purtroppo ancora solo in italiano, con tutte le ricette realizzate dai più qualificati chef vicentini con il broccolo fiolaro e la proposta di andarne a realizzare alcune proprio alla Casa Bianca. Ma a “Vicenza è” sperano che, nell'orto presidenziale, possano trovare posto anche i piselli di Lumignano, il radicchio rosso di Asigliano e il sedano di Rubbio, grazie alla collaborazione dell'Istituto Strampelli e dell'assessore provinciale all'agricoltura Luigino Vascon, in modo che tutti i prodotti De.Co. del vicentino possano trovare casa a Washington.

 


 


IL CORRIERE DEL VENETO

Lunedì 23 marzo 2009

La curiosita'. Il broccolo di Creazzo per l'orto di Michelle Obama

Il consorzio di Vicenza dona i semi alla moglie del presidente Usa. Li coltiverà alla Casa Bianca

VICENZA - Michelle Obama inaugura il suo orto alla Casa Bianca e il consorzio di promozione turistica del capoluogo berico, risponde inviando sementi del broccolo fiolaro di Creazzo, un tempo cibo dei poveri oggi apprezzato per le sue qualità alimentari. Così accanto a spinaci, lattuga, finocchio, bieta e cavoli, la semina a Washington potrà riguardare anche questo particolare tipo di broccolo, già apprezzato da Goethe durante la tappa vicentina del suo viaggio in Italia e inserito tra i prodotti agroalimentari tradizionali.

A Michelle Obama, tramite dell’ambasciatore italiano Castellaneta, è stata inviata anche la pubblicazione del consorzio con tutte le ricette realizzate dai più qualificati chef vicentini con il broccolo fiolaro, insieme alla proposta di andarne a realizzare alcune proprio alla Casa Bianca.

 



IL GAZZETTINO DI VICENZA

Martedì 24 marzo 2009

Creazzo, il broccolo fiolaro nell’orto di Michelle Obama

Il sindaco: «Frutto del nostro impegno»

Vicenza
(m.c.) Il broccolo fiolaro di Creazzo entra a far parte delle colture dell’orticello voluto dalla first lady Michelle Obama. Il consorzio di promozione turistica del capoluogo berico, Vicenza è, infatti, ha spedito proprio ieri mattina dei semi del broccolo fiolaro di Creazzo, un tempo cibo dei poveri oggi apprezzato per le sue qualità alimentari.
Grande l’emozione del sindaco del paese alle porte di Vicenza, Gervasio Cortiana: “l’amministrazione ha fatto molto per promuovere questo straordinario ortaggio, sempre appartenuto alla storia di Creazzo. Da dieci anni abbiamo intrapreso un progetto di valorizzazione, che anno dopo anno riscontra sempre più consenso. Vince come sempre la tradizione, ma soprattutto celebriamo i prodotti del territorio, che consentono di risparmiare e di sviluppare le produzioni locali”. Così accanto a spinaci, lattuga, finocchio, bieta e cavoli, la semina a Washington potrà riguardare anche questo particolare tipo di broccolo, già apprezzato da Goethe durante la tappa vicentina del suo viaggio in Italia ed inserito tra i prodotti agroalimentari tradizionali.
“Sono lieto che alla moglie del presidente Barack Obama siano stati inviati i semi del broccolo fiolaro. Poche settimana fa, proprio al Presidente americano – conclude Cortiana - gli alunni delle scuole medie di Creazzo avevano spedito un’interessante ricerca sul broccolo fiolaro. Speriamo che il presidente e la sua famiglia gradiscano questo prodotto e lo promuovano anche negli Stati Uniti d’America. L’iniziativa dell’orto fuori casa, infatti, dovrebbe essere sposata anche nelle nostre realtà, non solo rurali”. A Michelle Obama, tramite l'ambasciatore italiano Castellaneta, è stata inviata anche la pubblicazione del consorzio Vicenza è, con tutte le ricette realizzate dai più qualificati chef vicentini con il broccolo fiolaro, insieme alla proposta di andarne a realizzare alcune proprio alla Casa Bianca.

Altissimo, formaggio da secoli

IL GIORNALE DI VICENZA di Domenica 15 Marzo 2009

IL PRODOTTO. UNA CENA VENERDÌ 20 “DA ROBERTO” A MAGLIO DI SOPRA A BASE DEI PRODOTTI CASEARI DEL TERRITORIO

Altissimo, formaggio da secoli

Il caseificio è attivo dal 1884. Il gusto della montagna si rivela in pienezza

Un formaggio realizzato solo con latte crudo, lavorato entro 24 ore dalla mungitura proveniente dal territorio della Comunità Montana Agno-Chiampo. Ma anche l’unico della zona autorizzato a potersi fregiare della definizione di “Formaggio di montagna” essendo i pascoli, le aziende agricole e il caseificio situati a un’altitudine superiore ai 600 metri.
Arriva a una stagionatura massima di due anni, il formaggio realizzato ad Altissimo con il lavoro di 14 allevatori e casari soci, che riescono a rendere disponibili 40 quintali di latte al giorno, per produrre una media di 40 forme giornaliere, ciascuna del peso di 8-12 chili e del diametro di 32-37 centimetri.
La sua caratteristica principale? Poiché la produzione parte da latte crudo e non pastorizzato, il formaggio garantisce la migliore espressione degli aromi e sapori del territorio da cui proviene. «Una produzione di nicchia e di qualità, che ha già ottenuto la De.Co. (Denominazione Comunale ideata da Gino Veronelli, riconosciuta a livello italiano con adesione di 15 Comuni nel Vicentino) e che deriva da una rigorosa scelta delle stalle, presenti solo nella zona dalla Valle dell’Agno ad Altissimo, fino a Nogarole - Crespadoro, a eccezione dei due soc i di Selva di Progno nel confinante territorio veronese», spiega Agostino Dal Cappello, vice presidente del caseificio.
Pochi ma ricercati, i formaggi lavorati artigianalmente dai casari, con attività che prosegue da 125 anni: era il 1884, quando fu fondato il caseificio ormai coinvolto, a pieno titolo, in appuntamenti gastronomici, proposti anche dal Consorzio Valle d’Agno, che promuove la qualità certificata ed esclusiva della zona, e dall’Organizzazione nazionale assaggiatori di formaggi, il cui delegato di Vicenza è il valdagnese Emilio Nizzero. «Per la ricotta, le caciotte, la fioretta, la ! punina, il burro ed il formaggio che ha una stagionatura minima di due mesi e massima di due anni - conferma Dal Cappello - viene utilizzato il latte di mucche di razze frisona, rendena, burlina e bruna alpina».
«Il formaggio è solo d’allevo: nel periodo estivo le mucche si nutrono al pascolo, mentre in inverno vengono alimentate con foraggio dei prati del nostro territorio e senza mangimi conservati in silo».
L’occasione per una degustazione guidata dei formaggi dello storico caseificio di Altissimo sarà la cena prevista a Valdagno venerdì 20 al ristorante “Da Roberto” a Maglio di Sopra, con menu tipico della tradizione realizzato dal cuoco Giovanni Farris.
L’appuntamento, presentato dai ristoratori Emy e Roberto Dal Mas, prevede un antipasto composto da bigné alla crema di formaggio dolce (stagionatura 2 mesi), caciotta impanata nonchè ricotta alla salsa di noci. Primo piatto, invece, dedicato ai ravioli al ripieno di mezzanello dolce (4 mesi) al burro fuso e pisacàn di Castelvecchio. Come piatto di mezzo sarà proposta una fonduta di mezzano (6 mesi) con scorzone e crostini, per poi passare ad una selezione di “Formaggi di montagna” con varie stagionature fino allo stravecchio (24 mesi), abbinati alle mostarde.
Doppio dessert con un matrimonio gastronomico tra cucina vicentina e cucina sarda (terra d’origine del cuoco Farris): tortino alla fioretta e seadìnas (fagottini di sfoglia fritti) alla ricotta di Altissimo, con miele di corbezzolo.

Tre gusti di trota De.Co. C’è Altissimo nel piatto

IL GIORNALE DI VICENZA di Giovedì 12 Marzo 2009

LA NOVITÀ. REALIZZATO DA ANTONIO DAL LAGO (“CASIN DEL GAMBA”)

Tre gusti di trota De.Co. C’è Altissimo nel piatto

Per festeggiare la “De.Co.” della trota di Altissimo, s’è mobilitato il più celebrato ristorante della zona: il “Casin del Gamba”, retto da 33 anni da Antonio e Daria Dal Lago, che da 17 anni si fregiano della “stella” Michelin. Al ristorante lavora anche il figlio Luca, che dimostra di avere passione e capacità.
Il piatto che Antonio Dal Lago ha confezionato per la "Denominazione Comunale” (un’idea di Gino Veronelli che sta riscuotendo successo, tanto che sono 15 nel Vicentino i Comuni che ad oggi hanno aderito) è formato da tre assaggi: roselline di trota marinata, con salsa di yougurt all’aneto; trancio di filetto all’arancia con ortaggi al miele d’acacia; piccoli avannotti dorati su foglia di radicchio. La realizzazione è efficace quanto l’idea.